Hured: un posto che nemmeno Google conosce, ma che Dio ama in modo particolare.

Una delle certezze dei nostri tempi è l’onniscienza di Google. Non importa quanto siano particolari le domande o profonde le curiosità, Google ha la risposta.

Quando mi è stato proposto di andare a “Hured” però è successa una cosa a cui non ero preparato: “no results found”[1]. La reazione è stata “okay, probabilmente Hured non esiste”.

Hured invece esiste, ma è un posto impossibile da descrivere. Provate ad immaginare: un altopiano a più di 2000m di altezza, circondato da foreste piene di animali, con una strada sola, di terra battuta, lungo la quale sorgono capanne sparse, di quelle viste a malapena nei documentari. Ci siete riusciti? Benvenuti a Hured.

In questo posto difficile da immaginare c’è un ospedale, l’”Eben Ezer Health Centre”.
Mettendo piede ad Hured una domanda sorge spontanea: “come è possibile che ci sia un ospedale in un posto dimenticato da Dio come questo?”. La risposta è che la domanda è sbagliata.

Dio non ha dimenticato Hured. Dio, al contrario di Google, conosce Hured e la ama in modo particolare. Il modo in cui Dio ama Hured ha un nome, anzi due: Franco e Busu. Uno strano mix tra un uomo bergamasco ed una donna etiope, fondatori di “Progetto Briciola” attraverso cui lavorano ad Hured da diversi anni. Per me parlare con loro è stato una sfida alla fede. Ascoltandoli ho pensato “queste persone non sono in contatto con la realtà; parlano di costruire edifici, portare acqua, trasformare questo posto – che a mala pena esiste”. Fino a pochi anni fa Hured era registrata come “Hured povera”; adesso invece, grazie al fedele lavoro di Franco e Busu, è stata ufficialmente rinominata “Nuova Hured”. Allora non sono loro quelli “non in contatto” con la realtà, sono io ad essere “non in contatto” con la realtà di Dio.

Da medico alle prime armi poter servire per due settimane all’Eben Ezer Health Centre è stato un’esperienza stravolgente. I pazienti che visitavamo giornalmente erano i più disparati e, a volte, i più disperati. C’erano persone che avevano solo curiosità di essere visitate da un medico bianco e altre con terribili malformazioni congenite; passando per infezioni facilmente evitabili, se solo ci fosse una buona igiene, fino al tumore inguaribile anche nel miglior ospedale occidentale.
Due sono i tipi di pazienti che mi hanno particolarmente segnato il cuore: i malnutriti e i “pazienti della rabbia”.

I “pazienti della rabbia” sono quelli che mi hanno fatto arrabbiare fino alle lacrime. Quelli che se solo avessero potuto vedere un medico qualche mese o anno prima sarebbero sani e invece sono disabili. Penso ad un ragazzino di undici anni con una gamba molto più corta dell’altra, disabile perché pochi anni prima una comune frattura non è stata curata da nessuno. Penso ad un altro bambino che abbiamo incontrato per caso: braccio rotto da poco e fasciato male, troppo piegato da troppo tempo. Per evitargli la disabilità è bastato eliminare la fasciatura e dirgli di usare il braccio. Lui è stato preso in tempo, ma non abbiamo idea di quanti altri in questo preciso istante sono non curati e condannati alla disabilità.

I malnutriti sono stati un tuffo al cuore. Fin da bambino sono abituato a sentire la preghiera prima dei pasti “… grazie per questo cibo e donane a chi non ne ha”, ma non avevo mai visto con i miei occhi “chi non ne ha”. Un paziente malnutrito non dice “sto morendo di fame”, dice “mi fa male la schiena; non riesco a lavorare; sono sempre stanco; mi si gonfiano i piedi”. Quindi lo visiti, lo fai spogliare e noti che qualcosa non va. Misuri l’altezza, il peso, per premura fai il BMI[2] e poi cerchi un modo di nascondere le lacrime che si affacciano agli occhi perché davanti hai una madre di famiglia alta 1,60 m, che pesa poco più di 30 chili ed ha un BMI di 12. Nascondi le lacrime perché lo sai che sta morendo e speri lei non lo legga nella tua espressione, anche se forse lo sa meglio di te. Nascondi le lacrime perché d’improvviso ti sei reso conto che tutti i farmaci a disposizione non servono a niente, perché d’improvviso ti sembra che tutti gli anni di studio siano inutili di fronte ad una paziente che non puoi aiutare.

Dio però non ha dimenticato Nuova Hured, Dio l’ha già trasformata. E lo sta facendo ancora attraverso una coppia improbabile dalla fede incrollabile e volontari che fedelmente vanno ogni anno con un’idea impossibile da realizzare; come l’Eben Ezer Health Centre o una rete di fontane che ogni settimana portano acqua potabile. Un giorno camminando lungo la strada un volontario del nostro gruppo ha chiesto a Busu “queste fontane le avete fatte voi?”, lei ha risposto “le ha fatte Gesù”.

Sono tutte briciole, ma Dio le sta trasformando in miracoli.

Dott. Lorenzo Fiore

 

[1] “no results found” è quello che mi disse Google maps, il motore di ricerca trova Hured e da risultati inerenti a Progetto Briciola

[2] BMI: Body Mass Index, in italiano “Indice di Massa Corporea”. Si considera normale tra 18 e 24, sotto 18 indica malnutrizione