Coronavirus: reagire come Gesù

È difficile essersi persi la notizia che il Coronavirus è una situazione complicata. Decreti del Governo e conferenze stampa ogni pochi giorni; titoloni sui rischi ad esso collegati; editoriali che discutono sull’efficacia delle misure del Governo; siamo bombardati di informazioni ogni giorno.

Vediamo le notizie dall’Italia e dall’estero con intere città bloccate e ci chiediamo cosa accadrà nelle nostre città nelle prossime settimane.

Vediamo gli scaffali vuoti del supermercato mentre dilaga il panico di dover fare scorta di cibo e quant’altro. Chi ha davvero bisogno di così tanta carta igienica, anche in caso di emergenza?

Sentiamo parlare di Governi di altre nazioni che agiscono in modo deciso e drastico, o che vacillano e operano in uno stato di confusione estrema. I punti di forza e di debolezza dei vari sistemi sanitari sono davanti agli occhi di tutti.

Tutto ciò porta a chiederci: “Starò bene? E i miei figli, i miei genitori o i miei nonni? Potrò ancora lavorare o magari andare in vacanza? Le scuole dei miei figli saranno chiuse… come mi prenderò cura di loro? Il mio datore di lavoro o la mia attività sopravvivranno alle pressioni economiche?”

Possiamo discutere quanto vogliamo se le misure prese dal nostro Paese siano sufficienti o troppo restrittive. Altri stanno scrivendo vari articoli a riguardo. È sufficiente dire che se desideri sapere quali sono gli ultimi consigli del Governo, controlla il sito ufficiale COVID-19 del Ministero dell’Interno Italiano (https://www.interno.gov.it/it/speciali/coronavirus) e la pagina dedicata del Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus). Informati, tieniti aggiornato su ciò che sta realmente accadendo e stai lontano dai siti Web che promuovono teorie complottistiche e spacciano paura e disinformazione!

Ma come dovremmo reagire come cristiani?

La nostra attenzione dovrebbe essere sempre concentrata sui più grandi comandamenti di Cristo: amare Dio con tutto il nostro cuore, anima, mente e forza e amare i nostri vicini come noi stessi. (Marco 12: 29-30)

Amare Dio significa mettere da parte la paura e l’ansia, stando certi che Egli ha tutto sotto controllo. Gesù ci aveva avvertito che fatti del genere sarebbero accaduti, istruendoci di non stare in ansia bensì di riconoscerli come segni della sofferenza e del travaglio della creazione (Romani 8:18-25) mentre attendiamo la sua venuta.

Amiamo i nostri vicini preoccupandoci più per la loro salute rispetto alla nostra? Come possiamo proteggere gli altri con le nostre azioni? Come possiamo sostenere i vicini costretti all’autoisolamento? Hanno bisogno della spesa da portare a casa? Farebbe loro piacere una telefonata, solamente per far sapere che non sono soli? Sii la voce di incoraggiamento e conforto per coloro che sono soli, ansiosi e spaventati.

Come sosteniamo coloro che operano in prima linea nell’assistenza sanitaria e sociale? Coloro che sono probabilmente i più esposti al virus sono anche quelli che si prendono cura e proteggono i più vulnerabili. Avranno anche loro bisogno di sostegno poiché si destreggiano tra le enormi pressioni e le difficili decisioni quotidiane in un sistema sanitario già eccessivamente sollecitato. Ancora una volta, basta una telefonata o un messaggio per dire che stai pensando e pregando per loro e per far loro sapere che sei pronto ad aiutare in qualunque modo possibile.

Il panico che porta a comprare tonnellate di carta igienica e disinfettante per le mani non è amare Dio o il nostro vicino. È un’arresa alla paura. Amare è controllare i nostri vicini anziani, lavarci le mani, isolarci se pensiamo di non stare bene, sostenere il Sistema Sanitario Nazionale e gli operatori sanitari.

Dobbiamo essere soprattutto gentili, non impauriti.

Infine, amiamo Dio e il prossimo pregando:

  • Per i vulnerabili: i nostri vicini anziani, quelli con gravi problemi di salute. Ma ricorda anche coloro che vivono in estrema povertà in tutto il mondo dove l’autoisolamento non è realmente possibile e l’accesso all’assistenza sanitaria è limitato.
  • Per coloro che sono ansiosi e impauriti: alcuni senza una buona causa, altri con un’ottima ragione. Prega per la loro pace interiore e preparati a essere colui che porta quella rassicurazione.
  • Per gli operatori sanitari: quelli in prima linea nei Pronto Soccorsi, reparti medici, terapie intensive, ambulatori medici e servizi sanitari territoriali. Per la protezione della propria salute mentre cercano di gestire cure e servizi che diventeranno ancora più sotto stress nei prossimi mesi.
  • Per i dirigenti del SSN e dell’assistenza sociale: chi dovrà prendere decisioni difficili per garantire che i servizi essenziali siano ancora operativi e che i più vulnerabili ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno.
  • Per le autorità al Governo in quanto fanno delle scelte su quando e come intensificare le misure per rallentare la diffusione del virus.

Nel III secolo d.C., mentre la peste spazzava le città dell’Impero Romano, furono i cristiani a rimanere e a prendersi cura dei malati, anche di quelli che li avevano perseguitati. A volte a costo della propria vita. Ciò ha cambiato il mondo perché nessuno si era mai comportato così prima d’ora. Siamo pronti a comportarci come farebbe Gesù al giorno d’oggi?

Traduzione a cura di Fady Tousa

Link originale: https://cmfblog.org.uk/2020/03/13/coronavirus-responding-like-jesus/?fbclid=IwAR1ZWTFxEfQAfbFRnJ1QeeGFi7abvk_Iw_RKNb9N4orGNZvy8KN-dJMJcAY