Essere un fattore di cambiamento

Melody Redman cosidera che spesso inevitabilmente i giovani medici sono spinti nel ruolo e attività di leadership

Punti chiave:

– Essere consapevoli è utile e riflette il tipo di qualità di comando che vogliamo promuovere

– La Bibbia è ricca di esempi su come il Signore ha modellato persone poco promettenti per essere d’azione e d’impatto

– Gesù era il leader per eccellenza e non abbiamo un esempio/punto di riferimento migliore di lui

– Non è importante misurare il successo secondo gli standard di questo mondo

Ai medici e studenti di medicina sono spesso affidati ruoli di leadership. Il suo grado può variare in base al percorso che viene intrapreso e dalla responsabilità assunta. In qualità di medici e studenti di medicina cristiani è saggio prendersi del tempo per pianificare e riflettere sui tipi di qualità di leadership che si vogliono promuovere. In questo contesto vorrei esaminare alcuni esempi di leadership biblici.

Per iniziare lasciatemi raccontare un po’ di me stessa. Odiavo parlare a scuola. L’idea di stare davati alla classe e fare un discorso mi terrorizzava. Non ero di origini nobili. Non ero una comunicatrice nata. Ciononostante, come Paolo dice ai Corinzi, Dio spesso sceglie di servirsi del nostro background, esperienze pregresse e delle nostre debolezze per la sua gloria. Ho potuto constatare questo attraverso le opportunità che ho avuto finora. Ho avuto ruoli di leadership attraverso i quali il Signore si è servito di me, apparentemente più debole di natura, per avere un determinato impatto. “Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti.”1

Ci sono tanti esempi di come Dio si è servito di aspetti inusuali per compiere cose straordinarie. Uno dei più grandi uomini d’azione e d’impatto, Davide, non sembrava preparato per la sua prima apparizione pubblica e cioè di affrontare il gigante Golia. Il re Saulo ha dubitato di lui. Ha cercato di dissuaderlo o per lo meno di fargli vestire l’armatura per farlo sembrare almeno all’apparenza un po’ più adatto all’impresa. Davide però dichiara che la battaglia è molto di più che l’apparenza. Lui conosce la fonte della sua forza. Quindi dice a Saul: “Tutta questa moltitudine riconoscerà che il Signore non ha bisogno né di spada né di lancia per salvare; poiché l’esito della battaglia dipende dal Signore.”2

Se pensiamo alla leadership chi è meglio di Gesù da prendere in esame? Nonostante libri interi furono scritti sull’argomento vorrei esaminare alcuni principi generali. Innanzitutto, degno di nota è il fatto che Gesù si è preparato. Gesù ha aspettato.

Aveva circa 30 anni quando ha compiuto il suo primo miracolo. Questo implica una lunga attesa e tanta preparazione.

Esaminiamo adesso alcuni punti più importanti:

Gesù trattava gli individui come persone speciali.

Lui valorizzava le persone. Molte delle sue azioni erano sostenute dalle sue qualità di servo. Ha lavato i piedi ai suoi discepoli spiegando “Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate “Maestro” e “Signore”; e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio.”3

Gesù era un comunicatore esperto

Lui adattava il suo discorso in base al pubblico. Lui comunicava principi profondi attraverso parabole in modo che le persone semplici potevano capirne il messaggio anche se a volte persino i discepoli facevano fatica.

Gesù si prendeva del tempo per concentrarsi e ricalibrare

Lui si ritirava spesso in posti deserti e pregava. Il suo ministero era fortificato dalla preghiera e lui capiva il beneficio del ritirarsi. 4

Gesù costrui una squadra intorno a sé

Lui ha trascorso una notte intera nella preghiera vicino al Signore prima di scegliersi i discepoli ed era consapevole della squadra che costruì intorno a sé. “In quei giorni egli andò sul monte a pregare, e passò la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli.”5

Gesù era resiliente

Lui è stato capace di affrontare umiliazioni totali e derisioni. Lui ha provato immensa gioia quando le folle stendevano i loro mantelli sulla via mentre egli avanzava e ha anche provato profonda umiliazione: “E, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto; intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra e, inginocchiandosi davanti a lui, lo schernivano.”6

Non solo era Gesù resiliente, Lui ha sacrificato sé stesso in modo volontario ed intenzionale e rinunciò ad ambizioni terrene/materiali. “Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici.”7

Gesù concedeva autorità alle persone

“Dopo queste cose, il Signore designò altri settanta discepoli e li mandò a due e due davanti a sé in ogni città e luogo dov’egli stesso stava per andare. E diceva loro: “La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse. Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi.”8

Gesù sfruttava tutte le opportunità verso la gloria di Dio

Lui rispettosamente reindirizzava le discussioni verso uno dei suoi obiettivi -dare gloria al nome di Dio. “Ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato.”9

Ci sono tante altre qualità ed esempi che potremmo analizzare. Potremmo parlare di come Gesù gestiva il tradimento, resisteva alla tentazione, gestiva i conflitti all’interno della sua squadra, come gestiva quelli che vedevano un nemico in lui, difendeva il prossimo e di come agiva con ardore come quando rovesciò le tavole dei mercanti nel tempio.

Ci sono molti altri esempi di leader devoti dai qualli possiamo imparare:

William Wilberforce diede prova di grande dedizione, perseveranza e impegno durante la sua lotta per l’abolizione del commercio degli schiavi e lavorò per quella che lui chiamava la -‘reform of manners’ – riforma dei costumi morali per creare una Gran Bretagna giusta e compassionevole. 10

Dame Cicely Saunders, fondatrice del movimento per la creazione degli Hospice, pioniera nel campo delle cure palliative, era creativa, collaborativa e con una forte compassione.11

Daniele aveva una perseveranza incrollabile, umiltà e integrità assoluta. 12

Ester mostrò pazienza, coraggio e col tempo si è guadagnata il favore delle persone attorno a lei. 13

Vorrei concludere dicendo che noi tutti abbiamo punti di forza e debolezze. È importante avere discernimento e sfidare accuratamente i nostri aspetti più deboli attraverso la preghiera, la riflessione e l’azione. Noi tutti abbiamo e possiamo ricercare diverse opportunità per portare cambiamento: progetti di miglioramento della qualità, ricerca, il tuo ambiente di lavoro, impegno con le politiche mediche e comunicazione.

Ci possono essere stagioni di attesa (magari durante lo studio per l’abilitazione, o in un certo anno di studi) e stagioni di preparazione. Tuttavia la cosa più importante è che noi ricordiamo che lo scopo di tutto ciò è servire Dio e portare gloria al suo nome.

Se perdiamo la posizione di comando o se le stagioni cambiano non è un problema. La nostra salvezza è un dono per mezzo di Cristo e non dobbiamo necessariamente ‘avere successo’ secondo gli standard del mondo.

Quali sono i tuoi punti forti e su quali aspetti devi ancora lavorare? Quali sono le tue passioni e quale passo successivo vuoi intraprendere?

A prescindere dalle tue risposte sii consapevole del tuo carattere, medita sulle tue forze e debolezze e sentiti autorizzato ad attuare il cambiamento. Prenditi sempre del tempo per riflettere sulle tue circostanze e alle opportuità per influenzare.

Melody Redman è specializzanda in pediatria al secondo anno in Yorkshire, Regno Unito. È molto attiva nel campo delle politiche mediche e comunicazione. Articolo scritto in stile personale.

Riferimenti

1. 1 Corinzi 1:26-29

2. 1 Samuele 17:47

3. Giovanni 13:12b-17

4. Luca 5:16

5. Luca 6:12-13

6. Matteo 27:28-29

7. Giovanni 15:13

8. Luca 10:1-3

9. Giovanni 11:4b

10. Bunn A. Heroes and Heretics: William Wilberforce. Nucleus 2014;44(1):32-34

11. Baines D. Faith and Gratitude. Triple Helix – summer 2017; 69:19

12. Daniele 1:12-13, 5:17, 29, 6:3-5

13. Ester 2:15, 20, 4:10-16

Tratto da Triple Helix-inverno 2017

Articolo scritto da Melody Redman (Christian Medical Fellowship UK) e tradotto da Victoria Svet

Link originale: http://www.cmf.org.uk/resources/publications/content/?context=article&id=26712