Medici cristiani in un mondo digitale

Adrian Warnock riflette sulle opportunità offerte dall’uso dei social media.

Punti chiave

  • Questa è un’epoca di cambiamenti sociali e tecnologici senza precedenti.
  • Come Cristiani, ci vengono date moltissime opportunità di condividere il Vangelo, ma dobbiamo fare attenzione a non essere sprovveduti e cadere in trappola.  
  • La Bibbia contiene numerosi insegnamenti che ci possono aiutare ad affrontare questa situazione.

 

Mio nonno ha più di 90 anni. È vecchio abbastanza da ricordarsi di quando il latte veniva consegnato a casa a cavallo. Durante tutta la sua vita, vi mostro quello che è solo un piccolo assaggio di tutti i progressi tecnologici ha cui ha assistito:

  • Uso diffuso delle automobili
  • Aerei di linea
  • Televisione
  • Videocamere
  • Forni a microonde
  • Lettori CD portatili
  • iPod e lettori MP3
  • Telefoni cellulari
  • Computer
  • Smartphone
  • Internet
  • Shopping on-line

 

Mai nella storia dell’umanità vi fu un periodo caratterizzato da un così rapido cambiamento negli strumenti tecnologici. Se possiamo permetterci il costo di un biglietto aereo, è ora possibile viaggiare e spostarsi velocemente in giro per il mondo. Al giorno d’oggi possiamo comunicare e connetterci, istantaneamente e a un costo irrisorio, potenzialmente con milioni o anche miliardi di persone. Non c’è da meravigliarsi se molti Cristiani credono che questi progressi furono profetizzati nella Bibbia con le seguenti parole: “molti andranno avanti e indietro e la conoscenza aumenterà” (1).

 

Il medico medio, al giorno d’oggi, probabilmente non sa o non ricorda cosa sia Index Medicus. Forse quelli che hanno più di quarant’anni ricordano quanto fosse laborioso leggere e passare in rassegna i volumi della rivista pubblicati di anno di anno, alla ricerca di un riferimento bibliografico o di un articolo su un particolare tema. Al giorno d’oggi basta connettersi a internet e cercare su PubMed, o più semplicemente utilizzare Google Scholar.

 

Ma il più grande passo in avanti che sia mai stato fatto nella storia dello sviluppo tecnologico è forse il modo in cui i social media permettono a chiunque di trasformarsi in una vera e propria organizzazione mediatica. Questa possibilità è tanto rivoluzionaria quanto lo fu a suo tempo l’invenzione della stampa. Probabilmente la Riforma Protestante non avrebbe avuto luogo se qualcuno non avesse pubblicato le 95 Tesi di Lutero e i diversi libri che hanno poi diffuso la nuova teologia Protestante.

 

Ci si può facilmente costruire una reputazione online, ma anche perderla in men che non si dica. È possibile presentarsi ed apparire come massimi esperti in qualunque materia, stando comodamente seduti sul proprio letto. E come ben sanno molti colleghi medici, questa è una spada a doppio taglio. I pazienti spesso si presentano dai loro dottori con pericolose “conoscenze” circa la propria salute ottenute attraverso una ricerca online. Ma noi, come medici Cristiani, come dovremmo rispondere ai social media? John Piper, celebre predicatore e autore Cristiano, ci fornisce due semplici risposte. La prima è la seguente:

 

“I social media tendono a diminuire la capacità di attenzione, indeboliscono il ragionamento deduttivo, allontanano le persone dalla Bibbia e dalle preghiere, distruggono le relazioni, alimentano il narcisismo, soddisfano il bisogno di attenzioni, riempiono il mondo di banalità, riducono la potenziale grandezza d’animo, e ci rendono passivi commentatori della vita quando dovremmo invece viverla in prima persona. Dunque boicottateli, e iniziate a scrivere un libro (non un blog) che affronti questo problema”

 

Molte persone scelgono di allontanarsi da qualunque tipo di coinvolgimento in conversazioni online proprio per questo motivo. Ma lo stesso Piper ci esorta e mette in luce una diversa prospettiva:

 

Un’altra risposta è la seguente: Certo, tutto questo è vero, ma anziché boicottare il sistema, provate a riempire i social media con quanto più materiale provocativo, ragionevole, centrato sulla Bibbia, che esalti Cristo, guidato dalla Verità, serio, creativo, con lo scopo di puntare a far conoscere ciò che davvero è grande e meraviglioso” (2)

 

Non c’è alcun dubbio che internet, e in particolare i social media, possano portare ad un enorme spreco di tempo, al pari della televisione. Attraverso internet la pornografia può tranquillamente entrare nelle nostre case, ma di questo parleremo un’altra volta. Così come non parleremo ora del motivo per cui Facebook sia nominato in circa un terzo dei casi di divorzio in Inghilterra (3).

Anche il semplice uso e la lettura di Facebook e Twitter, così come una banale ricerca su Google, possono indurre alla dipendenza: passiamo tantissime ore alla ricerca di piccole gratificazioni, che nascono dall’aver trovato un tweet interessante, un bel post su un blog, o qualcosa da condividere su Facebook. La sera prima di addormentarsi sarebbe meglio spegnere il telefono, allontanare lo sguardo dallo schermo e piuttosto ascoltare un audiolibro.

C’è però anche un lato positivo in questa faccenda, perché in questo momento abbiamo accesso a un numero di risorse cristiane mai visto negli ultimi 2000 anni. Abbiamo la possibilità di studiare la Parola di Dio anche nel breve tempo della pausa pranzo. Eppure, nonostante questa bellissima opportunità, forse a causa delle illimitate distrazioni che ci vengono offerte, siamo una delle generazioni con la minor conoscenza e cultura per quanto riguarda la Bibbia.

 

Internet ci permette di fare opere buone, ma allo stesso tempo anche cattive, in maniera molto facile. Sono certo che la risposta dell’apostolo Paolo sarebbe semplice, e inclusa in quello che potremmo definire il suo motto: “ho fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni” (4).

Quali sono dunque i principi che dovrebbero guidare la nostra vita online, come medici Cristiani, e in particolare per utilizzare internet come strumento evangelistico?

 

1. Unisciti alla conversazione

Sebbene molti di noi siano molto impegnati, se scegliamo di non prendere parte a nessuna attività online, perdiamo una bella opportunità di rafforzare le nostre relazioni, specialmente con chi abita a molti chilometri di distanza da noi, ma anche di parlare alle persone di Gesù.

 

2. Cerca di capire il mondo digitale in cui stai entrando
Le persone tendono ad essere molto più oneste online, che non quando si vedono faccia a faccia. Se sei abituato ad avere solo conversazioni profonde e aperte con altre persone cristiane, preparati ad una sorpresa poco piacevole quando entri nel mondo online. È molto facile in questo contesto incontrare ostilità, anche piuttosto forte, verso i Cristiani.

 

3. Scrivi in maniera comprensibile per chi legge 
Molto spesso abbiamo una specie di “Mentalità Cristiana”, che utilizziamo la domenica o quando ci troviamo con i nostri amici credenti. Tra di noi ci capiamo, parliamo la stessa lingua, e spesso diamo molte cose per scontate. Se vogliamo entrare nel mondo online, è di vitale importanza assicurarsi che chiunque possa comprendere ciò che scriviamo. Non dobbiamo dare nulla per scontato, anzi dobbiamo spiegare bene tutto quello che vogliamo comunicare.

 

4. Non pensare che l’anonimato ti protegga 
Il GMC (L’Ordine dei Medici della Gran Bretagna, ndr) si esprime in maniera molto chiara: “Se ti presenti sul web come medico, specialmente nei social media aperti a tutti, dovresti identificarti per nome”. L’anonimato, aggiunge inoltre il GMC, può facilmente essere infranto. Ricordati quindi di firmare sempre ciò che scrivi.

 

5. Fai attenzione a non dare l’impressione sbagliata
Può capitare, inavvertitamente, di dare l’impressione sbagliata a chi non ci conosce e sembrare dei “so-tutto-io” che si sentono superiori a tutti e respingono chiunque la pensi diversamente da loro. Al contrario, dovremmo fare in modo di dimostrare che anche noi, desiderosi di imparare, ci troviamo sullo stesso percorso di tanti altri, non in quanto perfetti ma perché perdonati. È un dovere, per coloro che amano la dottrina della grazia, dimostrare grazia verso gli altri, non esprimendo delle condanne o respingendoli con rabbia.

 

6. Sii coraggioso e accattivante
Sul web c’è la tendenza a comunicare in un modo tale che, per citare il libro dei Proverbi, “attira le percosse” (6). È però possibile comunicare la verità in maniera chiara, ma con grazia. Dobbiamo dimostrare che davvero abbiamo a cuore coloro che si sono perduti e desideriamo che anche loro siano salvati. Questo lo si dimostra nel modo con cui attiriamo le persone verso ciò che stiamo dicendo, non certamente condannando con aggressività.

 

7. Impara ad ascoltare per davvero 
Troppo spesso capita di vedere le nostre conversazioni riguardo la fede come delle occasioni per fornire in un solo colpo una serie di informazioni, condividendo la nostra opinione per poi andarsene. Lo si potrebbe definire un’evangelizzazione “toccata e fuga”. Ma il nostro obiettivo dovrebbe essere anche quello di capire in cosa credono le altre persone, oltre a condividere quello in cui crediamo noi.

 

8. Non parlare troppo 
Come ci insegnano I Proverbi, “Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente” (7). Bisogna stare attenti a non condividere in maniera smodata ed eccessiva. Prima di condividere qualcosa sui social network, prova a rispondere a questa semplice domanda: è davvero edificante o necessario per me pubblicarlo?

 

9. Non dire troppo poco 
Ricordiamoci che le nostre parole hanno un grande potenziale di fare del bene, quindi non dobbiamo essere timidi o aver paura di scrivere. La Bibbia ci ricorda che “La sofferenza del cuore abbatte l’uomo, ma la parola buona lo rallegra” (8) e che “Uno prova gioia quando risponde bene; è buona la parola detta a suo tempo!” (9).

 

10. Non alimentare i troll 
Il libro dei Proverbi ha un nome per quelli che oggi, sulla rete, vengono chiamati troll: “semplici”. Una delle più grandi sfide che ci troviamo ad affrontare quando passiamo del tempo online è capire quando sia opportuno mettersi in discussione con qualcuno e quando invece convenga ignorarlo. Nel libro dei Proverbi troviamo due consigli, completamente opposti. Dobbiamo quindi cercare di sviluppare una saggezza tale da permetterci di capire quando applicare uno e quando l’altro:

“Non rispondere allo stolto secondo la sua follia, perché tu non gli debba somigliare” (10). “Rispondi allo stolto secondo la sua follia, perché non abbia ad apparire saggio ai propri occhi”(11).


Gesù sta chiamando ciascuno di noi a prendere parte alla ri-evangelizzazione non solo della nostra nazione, ma del mondo intero. In alcuni casi, ciò può voler dire anche far sentire la propria voce sul web. L’importante è ricordarsi però di farlo con educazione e rispetto nei confronti dei nostri lettori, specialmente di quanti potrebbero pensarla diversamente da noi.

 

Adrian Warnock è un medico specializzato in psichiatria e farmacologia medica. Scrive regolarmente sul suo sito adrianwarnock.com ed è autore del libro Hope Reborn and Raised With Christ.

 

Questo articolo è basato sul suo intervento durante la conferenza studentesca de CMF di febbraio 2016. La resgistrazione integrale e la presentazione powerpoint sono disponibili in lingua originale qui.

 

Traduzione a cura della Dr.ssa Giulia Dallagiacoma

Articolo originale: http://www.cmf.org.uk/resources/publications/content/?context=article&id=26428

 

 

Riferimenti:

 

1. Daniele 12:4 (La Nuova Diodati)
2.
Piper J. ‘Why and How I am Tweeting’, Desiderando Dio
3. 
Daily Mail, 20 Gennaio 2015
4. 1 Corinzi 9:22
5. 
GMC, 21 Marzo 2013
6. Proverbi 18:6

7. Proverbi 10:19

8. Proverbi 12:25
9. Proverbi 15:23
10. Proverbi 26:4
11. Proverbi 26:5