Stiamo forse perdendo la nostra compassione?

Richard Vincent si chiede se stiamo perdendo la componente intuitiva dell’assistenza sanitaria.

Punti chiave:

  • Gli elementi chiave della compassione sono l’attenzione, l’empatia e l’azione.
  • La perdita di compassione nell’assistenza sanitaria è derivata principalmente dall’ossessione per le scienze fisiche, dal pessimo esempio di qualche componente del personale sanitario e dalla discrepanza tra la domanda e le risorse a livello personale e istituzionale.
  • Le strategie per riportare la compassione stanno prendendo piede grazie a una varietà di diverse nuove visioni sul mondo e di recenti metodologie.
  • C’è una grande opportunità per noi di promuovere la compassione e la conoscenza spirituale da una prospettiva cristiana all’interno della comunità medica.

Prima ancora che il Rapporto Francis (1)(2) nel Regno Unito portasse all’attenzione pubblica il fallimento della cura compassionevole, sempre più osservazioni in tutto il mondo indicavano che la compassione come elemento essenziale della cura della persona stesse svanendo. Da quel momento sono apparse 17000 pubblicazioni scientifiche (3) che esaminano la compassione in tre aree principali: capire la sua natura e ruolo nella salute, determinare la causa della sua perdita e studiare come può essere riportata sia nella pratica personale che nelle strutture sanitarie. Questo articolo esamina questi argomenti alla luce della nostra chiamata cristiana di mostrare compassione in tutto ciò che facciamo, non ultimo nel nostro lavoro a servizio di pazienti e colleghi.

La forma della compassione

La parabola del buon Samaritano (4) ci descrive l’immagine della cura compassionevole e ci esemplifica i suoi principali componenti: l’attenzione, l’empatia e l’azione.

  1. L’attenzione

Il primo passo di un approccio compassionevole è quello di scegliere di offrire a qualcuno la tua massima attenzione. Nella parabola raccontata da Gesù è improbabile che i passanti non si siano resi conto dell’uomo ferito, ma scelsero una strategia che poneva i bisogni del loro mondo al di sopra del suo, magari a causa del loro carico di lavoro, della loro reputazione o il loro status sociale.

  1. L’empatia

L’empatia può essere meglio definita come la capacità di comprendere com’è essere nella situazione degli altri, soprattutto nelle loro sofferenze. Ciò richiede sia intelligenza cognitiva che quella emotiva ed è influenzata dalla nostra formazione professionale, dalla conoscenza della malattia con i suoi effetti e forse anche dai nostri ricordi personali del dolore, paura e isolamento. La riflessione tramite l’immaginazione sarà di aiuto in questo caso e non richiede molto tempo. Ma i cristiani hanno il privilegio aggiuntivo di accedere alla sapienza di Dio (5) attraverso la preghiera e ciò ci aiuta a identificare le preoccupazioni più immediate dei nostri pazienti e di relazionarci con loro, sia che esse derivino dal corpo, dalla mente o dallo spirito.

Gesù si identificava con la condizione di tormento e debolezza delle persone a cui ministrava, per questo pianse per loro. (6)(7) La nostra risposta emotiva ai pazienti e ai loro parenti varierà, ma non dovrebbe mai mancare. L’empatia crea una connessione con il paziente e viene rapidamente apprezzata. Fornisce inoltre dei passi importanti verso la loro guarigione. (8)

  1. L’azione

La compassione intraprende passi concreti e personalizzati per affrontare la sofferenza della persona. Questo richiederà del tempo ed energia del nostro corpo, della nostra mente e dello spirito. Impieghiamo le nostre conoscenze, abilità e risorse diponibili nel miglior modo mentre li accompagniamo per un periodo nel loro nuovo viaggio.

La compassione ci esorta ad affrontare i bisogni dei nostri pazienti:

  • di essere ascoltati correttamente: le loro parole non devono essere annotate con l’unico scopo di compilare la cartella.
  • di essere compresi nella loro malattia, ansietà e incertezze anche se apparentemente appaiono calmi.
  • di esplorare il significato della loro malattia, aspetto per loro più importante rispetto alle nostre spiegazioni scientifiche sulla diagnosi e piano terapeutico.
  • di poter fare qualsiasi domanda senza sentirsi stupidi e di aspettarsi una risposta veritiera, rispettosa e comprensibile.
  • di essere presi in cura, non solo trattati o indirizzati a qualcuno.

Manifestare compassione in ambito medico significa riconoscere che il paziente che abbiamo davanti è creato a immagine di Dio ed è amato da Lui molto più di quanto potremmo mai farlo noi. L’entusiasmo della compassione per l’azione riparatrice supererà i pericoli previsti da chi è preoccupato che enfatizzando l’importanza di una reazione emotiva al dolore possa eclissare un nostro appropriato approccio scientifico al paziente. (9) (10)

La perdita della compassione

Se la compassione sembra essere una componente intuitiva dell’assistenza sanitaria, perchè la stiamo perdendo? Il riquadro finale mostra un’interessante selezione di suggerimenti provenienti da un dibattito medico recente nello Zimbabwe che ha coinvolto 24 studenti di medicina e dieci dipendenti della Facoltà di Medicina dell’Università Nazionale di Bulawayo. Molti di loro vi sembreranno conosciuti.

Lo studio delle scienze esatte è molto presente in medicina sia durate gli anni di studio che di attività clinica. Predomina l’interesse per meccanismi, misurazioni e dati, il che portano i pazienti ad essere visti come casi clinici piuttosto che persone, un atteggiamento che può essere incoraggiato dai tutor stessi.

Le richieste che eccedono costantemente le nostre risorse di energia o tempo hanno un effetto estremamente dannoso. Le conseguenze sono lo sfinimento e burnout che sopprimono la nostra capacità di mostrare compassione, anche se la riteniamo una componente essenziale della nostra professione.

Lavorare in sistemi dove riceviamo pochi o nessun apprezzamento o siamo spinti verso obiettivi che non sono né realistici né compassionevoli indebolisce ulteriormente la nostra motivazione di prenderci cura dei pazienti. A causa di tali pressioni lo stress e la disperazione crescono facilmente. Queste osservazioni sono tutt’altro che teoriche; quasi la metà dei giovani medici nel Regno Unito riferisce che i loro livelli di stress sono aumentati l’anno scorso (11), e oltre 40% dei medici sta prendendo in considerazione il pensionamento anticipato, con il 25% che pensa di lasciare completamente la professione per ragioni simili. (12)

Il ritorno della compassione

Come possiamo recuperare la compassione e la speranza?

  1. Guardati intorno

Le aspettative crescenti da parte dei pazienti assieme alle notizie prevalentemente negative sulla sanità possono buttarci giù, rendendo più difficile mantenere la compassione. Ma è incoraggiante notare altri dati che presentano una situazione più equilibrata e confortante. Ad esempio, nel Regno Unito, la soddisfazione dei pazienti per il NHS (The National Health Service) è molto alta, si avvicina al massimo storico. (13) Inoltre, in uno studio recente (14) in undici paesi industrializzati, compresi gli Stati Uniti, il Regno Unito si è guadagnato il primo posto in 85 aree di valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria, e sono stati secondi a raggiungere questo risultato al costo più basso.

Da notare anche il fatto che la compassione e la dimensione spirituale dei nostri pazienti stanno ricevendo crescente attenzione e attraverso iniziative regionali e nazionali (15); si cerca di inserirle nella pratica clinica. La visione di coloro che sono coinvolti varia ampiamente ma il “mercato” ora ha un motivo chiaro e gradito per impegnarsi in questa attività. Qui troviamo un’opportunità meravigliosa di sviluppare progetti all’interno della Facoltà di Medicina e in ambito clinico che esaminino, analizzino e insegnino degli argomenti centrati su Cristo, Colui che è la vera fonte di compassione, vita spirituale e speranza.

Guardarsi intorno dovrebbe anche significare di cercare altri cristiani con cui sperimentare la gioia dell’incoraggiamento reciproco, condividere le nostre sfide e benedizioni e sostenerci l’uno all’altro in preghiera. Purtroppo, le pressioni sul posto di lavoro, i turni di lavoro frammentati e i frequenti spostamenti costituiscono una minaccia per il raggiungimento di questo obiettivo. E per coloro che occupano posizioni più stabili le pressioni si presentano spesso in forma di richieste aggiuntive di insegnamento, ricerca, gestione e anche da importanti impegni familiari. Anche avere delle responsabilità all’interno di una chiesa locale può richiedere del tempo aggiuntivo. Ma avere il supporto di una persona vicina è una componente importante della vità e va ricercata.

Vorrei aggiungere che all’interno del sistema sanitario ci sono molte persone che manifestano compassione nel loro lavoro. Guardarsi attorno per notare anche piccoli atti di compassione al lavoro può essere incoraggiante, se non addirittura stimolante e dare un feedback positio al caregiver ha dimostrato di favorire la cultura istituzionale della compassione. (16)

  1. Guarda dentro di te

Dato che la fatica delle nostre battaglie minacciano le nostre scorte di compassione, diventa essenziale pianificare, almeno occasionalmente, nel mezzo della frenesia della vita quotidiana delle pause di tranquillità. Questo ci permetterà di riflettere sulla propria motivazione e la sorgente della nostra forza, sulle nostre paure e i bisogni più profondi mai espressi. Portarli davanti al nostro Padre che ci ascolta sempre ristora la nostra anima.

 

  1. Guarda in alto

Alzare lo sguardo ci avvicina al nostro Salvatore, Guaritore ed Esempio, Gesù. Nessuno ebbe più compassione di lui. Si è immedesimato totalmente nelle nostre condizioni e ha dato sé stesso per noi come sacrificio per la nostra redenzione. I bisogni delle persone per i quali è venuto per servire lo assalivano da tutte le parti, ma lui non si lasciò sopraffare grazie alla continua e volontaria vicinanza al suo Padre.

Gesù ci diede delle promesse meravigliose alle quali possiamo aggrapparci durante le fatiche della vita. In Giovanni 14:15 Gesù ci offre la sua presenza e il suo potere come atto di obbedienza di cercarlo in ogni nostro bisogno, ci offre di guidarci nella verità e di sperimentare abbondantemenente la pace e la gioia.

Riempiendo i nostri cuori della compassione che viene dall’alto possiamo diventare esempi di persone che curano in modo straordinario e portatori di speranza. Non troviamo le risorse di cui abbiamo bisogno dentro di noi ma nella verità che “noi amiamo perchè egli ci ha amati per primo.” (17) Il nostro compito è di ricevere con gioia l’amore di Dio e di indirizzarlo verso gli altri, verso i nostri pazienti con empatia per le loro sofferenze fisiche, mentali e spirituali e attraverso cure specialistiche esperte; verso i nostri colleghi che subiscono pressioni, e in particolar modo verso tutti coloro che devono ancora trovare Gesù.

Cause della perdita di compassione:

  • Quando si è alla ricerca della fama e dei corsi più richiesti si mette da parte la compassione
  • Veniamo formati per essere scienziati
  • Si vedono cadaveri-corpo-oggetto
  • Le persone diventano “campioni” nei laboratori di patologia
  • Ci abituiamo alla malattia, impermeabili, le persone diventano “casi clinici interessanti”
  • I clinici che ammiriamo non valorizzano l’aspetto emotivo
  • Atteggiamenti negativi da parte dei docenti, pazienti e personale sanitario
  • Mancanza di gratitudine e apprezzamento
  • Risorse insufficienti
  • Le difficoltà economiche ci impediscono di intervenire in situazioni di disagio
  • L’impossibilità di cambiare il mondo, l’impossibilità di cambiare la condizione del paziente
  • Perdita della vita di relazione con gli altri
  • Troppa richiesta
  • La disperazione diventa parte di te

Riferimenti:

  1. Report of the Mid Staffordshire NHS Foundation Trust Public Inquiry – Executive Summary. February 2013
    2. Investigation into Mid Staffordshire NHS Foundation Trust. Healthcare Commission, 2009
    3. Google Scholar search results for ‘compassion and healthcare’ 
    4. Luca 10:30-35
    5. Giacomo 1:5
    6. Matteo 9:36
    7. Luca 19:41
    8. Derksen F, Bensing J, Lagro-Janssen A. Effectiveness of empathy in general practice: a systematic review. Br J Gen Pract 2013;63:e76-e84
    9. A point of view: How important is compassion in healthcare?BBC Health, 7 June 2013
    10. See also in De Zulueta P. Compassion in healthcare. Clinical Ethics 2013; 8:87-90
    11. Nearly half of UK young doctors say stress levels rose last year. BMJ 2013;346:f2826
    12. BMA quarterly tracker survey, August 2014
    13. Public satisfaction with the NHS and its services. The King’s Fund, 2013
    14. Davis K et. Mirror, mirror on the wall, 2014 Update: How the U.S. health care system compares internationally. The Commonwealth Fund, June 2014
    15. For example see NHS. Compassion in practice. 2014
    16. Cultivating compassion 
    17. 1 Giovanni 4:19*

Tratto da triple helix – winter 2015 – Are we losing our compassion? [p10-11]

Richard Vincent è Professore Emerito di cardiologia presso la Scuola di Medicina Brighton e Sussex.

Traduzione a cura di Victoria Svet

Link originale:

www.cmf.org.uk/resources/publications/content/?context=article&id=26385