Prosperare in esilio

Laurence Crutchlow ci ricorda qual è la nostra vera dimora e come vivere in preparazione del traguardo celeste.

“Dov’è casa tua?” Se non hai trovato una risposta prima dell’inizio della Settimana di Benvenuto nella nuova università, fallo adesso. Insieme a “Che corso fai?” e “In quale aula sei?”, è una delle domande tipiche delle conversazioni durante le attese alle code di registrazione o al primo incontro del coro o squadra di calcio della Facoltà di Medicina. Descrivere la posizione esatta del mercato della città di Warwickshire – dove sono cresciuta – non è mai stato facile, dato che molti dei miei colleghi universitari sembravano raramente avventurarsi fuori dalla M25 (ndr. una zona di Londra).

Se fai un balzo in avanti di sei anni, potrebbe essere molto più difficile rispondere alla stessa domanda “Dov’è casa tua?”. Una volta terminate le lunghe vacanze post-maturità, le relazioni mantenute a casa dei tuoi genitori si indeboliscono e spesso la città universitaria adottiva diventa la tua nuova casa. L’ex abitante del paese si rende conto improvvisamente di non aver visto un campo verde per mesi!

La carriera da medico non si presta alla stabilità geografica nelle prime fasi; infatti, può darsi che si abbia ben oltre i 30 anni prima di sentirsi sistemato da qualche parte. Cambiare il proprio indirizzo spesso significa cambiare chiesa, potendo rendere meno stabili anche le proprie fondamenta spirituali. Questo è particolarmente frequente dopo la laurea, quando il gruppo di amici universitari – molto affiatato – si scioglie a causa della lontananza.

La nostra vera Casa

Ricorderò sempre una persona, parte dello staff della Christian Union (sposata con un medico) parlare di questa incertezza. Ciò che mi aveva sorpreso era la sua positività a tal riguardo! Aveva compreso che la sua vera casa era con Dio e che l’incertezza qui non era solo prevedibile, ma un buon promemoria, in modo da non sentirsi completamente “a casa” su questa terra decaduta. In effetti, Pietro descrive i suoi lettori come “come stranieri e pellegrini”. (1 Pietro 2:11)

A volte questo è ovvio per il cristiano. Quando le nostre convinzioni sono ridicolizzate o completamente ostacolate o quando vediamo disinteresse per la vita umana, non è difficile ricordare che siamo in esilio, non di questo mondo. Ma questo non è sempre così ovvio in ambito sanitario. La maggior parte delle persone con cui lavoriamo si mostrano affettuose, compassionevoli e ben motivate, indipendentemente dal fatto che abbiano una fede o meno. Non sempre sembra ” un esilio”, quindi è facile dimenticare che il modo in cui viviamo è in realtà molto diverso.

Come dovremmo vivere?

Le Scritture ci danno diversi principi su come vivere e crescere, nonostante le contrapposizioni. Eccone alcuni:

  1. Sottomissione

Sia per le autorità umane, (1) o all’interno delle nostre case o della chiesa, (2) il principio è chiaro. Dobbiamo seguire l’esempio di Cristo. (3)

  1. Santificazione

‘Sii santo perché io sono santo’ (1 Pietro 1:15). Le nostre azioni dovrebbero seguire l’esempio di Gesù e dovremmo vivere secondo il Suo piano originario. ‘Cosa farebbe Gesù?’ è ancora una domanda utile, sebbene dobbiamo ricordare che non siamo pienamente perfetti come Cristo, quindi non tutto sarà identico (non siamo, ad esempio, chiamati a camminare sul piccolo lago ornamentale nel campus per raggiungere le nostre lezioni!)

  1. Cercare la pace della città

Geremia 29 riporta una sua lettera inviata ai capi degli ebrei in esilio a Babilonia. Sorprendentemente comanda loro “costruite case e abitatele…prendete mogli e generate figli e figlie”, “cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare e pregate il SIGNORE per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene’. (Geremia 29: 5-7) Dobbiamo andare avanti con le nostre vite e pregare per le strutture e le istituzioni secolari che ci circondano.

  1. Uscire da Babilonia

Al contrario, Apocalisse 18 descrive in dettaglio la caduta di Babilonia, riferendosi probabilmente alla caduta del dominio secolare del mondo. Il popolo di Dio è incaricato ad “uscire da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati” (Apocalisse 18:4). C’è un momento in cui dobbiamo essere separati dal resto del mondo, per evitare di essere trascinati nel peccato.

Questi principi sono talvolta in contrapposizione. Cercare la santità mentre ci si sottomette alle autorità è difficile, ma possibile. Ti sottometti all’autorità del tuo superiore mentre devi inserire un ago cannula ad una paziente che ha deciso di abortire (in Italia è lecito astenersi in quanto obiettore di coscienza) o metti prima i comandamenti di Dio e la vita del nascituro?

L’equilibrio tra “cerca la pace” ed “esci da essa” può essere ancora più difficile. Potremmo “cercare la pace” nel nostro campus mentre prestiamo servizio in un Consiglio del Sindacato degli Studenti, ma “uscire da essa” mentre chiariamo la nostra opposizione alle decisioni che potrebbero limitare la libertà dei cristiani di incontrarsi.

Essere santi è una sfida permanente. Non abbiamo speranze di riuscirci da soli. Solo Dio è santo. Ma attraverso lo Spirito Santo che dimora in noi siamo trasformati per diventare più simili a lui. (4)

Non solo sopravvivere, prosperare

La Bibbia ovviamente ha molto altro da dire su queste cose. In effetti, l’intera storia della Scrittura è la storia del popolo di Dio che sta realizzando il piano di Dio in un mondo che non onora il creatore come merita. Sebbene l’esperienza del CMF (in Italia AMICO) riguardi principalmente le sfide nell’interfacciarsi della fede e della medicina cristiana, altre domande sorgono durante la nostra vita. Se Gesù è veramente Signore sovrano sulle nostre vite, le Sue parole non si applicano solo alle nostre vite in chiesa o alla medicina, ma a tutto ciò che facciamo – persino alla politica, economia, musica o sport. È necessaria una conoscenza approfondita per discernere e vivere la verità.

Poiché siamo “trasformati dal rinnovamento delle nostre menti” (Romani 12:2), possiamo davvero applicare la nostra fede in tutte le aree della nostra vita – non solo in chiesa, o per studiare, o in medicina, ma per tutto ciò che facciamo. È attraverso l’impegno, piuttosto che il ritirarci dal mondo, che prospereremo veramente in esilio.

Laurence Crutchlow è Leader Associato del Ministero Studenti di CMF e un medico di medicina generale a Londra

Riferimenti
1. 1 Pietro 2:13 2. Efesini 5:21 3. 2 Pietro 2:23 4. 2 Corinzi 3:18

Articolo scritto da Laurence Crutchlow

Traduzione a cura di Daniele Noviello
Link: https://www.cmf.org.uk/resources/publications/content/?context=article&id=27024